Le componenti che intervengono su un addome perfetto sono tre: quanto mangiamo, quanta attività aerobica svolgiamo e quanto alleniamo quest’area. Strano che sia come ultimo fattore, no?
Esperimento
Proviamo a mangiare tutto quello che ci capita allenando l’addome ogni giorno.
La settimana dopo, invece, facciamo il contrario: alimentazione sotto stretto controllo senza allenare mai, nemmeno una volta, gli addominali.
Ebbene, l’effetto sarà sorprendentemente migliore nel secondo caso, perché ciò che conta è come e cosa mangiamo.
Chiarito questo passiamo alla tecnica
L’inossidabile crunch (sollevamenti e discese lente del busto) e il crunch inverso (sollevamenti delle gambe sempre a corpo libero) mantengono un’eccellente posizione nella classifica degli esercizi top, specie se arricchiti dai diversi tipi di plank.
Ora il web è pieno d’illustrazioni al riguardo, con foto e video reperibili ovunque, perciò inutile dilungarci con le spiegazioni.
Ma resta la questione obliqui, controversa.
In effetti vediamo allenare forsennatamente quest’area caricando il peso al massimo, torcendo il busto come non mai.
Così gli obliqui “frenano” lo slancio dell’attrezzo con una torsione pericolosa per la colonna vertebrale e senza alcun risultato se non quello di allargare il giro vita (!).
La strategia per tonificare l’addome resta da tutt’altra parte
Via i carichi pesanti e all’attacco con super-serie e carichi leggeri, con ritmo e movimenti sempre a corpo libero.
Se pensiamo che con il solo controllo della respirazione riusciamo a contrarre l’addome, ci rendiamo conto di quanto la strada verso il six-pack ideale sia a molti ancora sconosciuta, pur essendo la soluzione proprio dietro l’angolo.
L’addome perfetto è ancora quello dei tuffatori e delle ginnaste, che nelle loro routine ripetono ossessivamente il movimento di sollevamento gambe a corpo libero.
Sovraccarico? Meglio mai.
Roberto Romano, Brand Manager Walkstreet for fitness www.walkstreet.it
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