Non riuscire a concentrarsi durante l’allenamento non è un buon segnale: siamo alla frutta e il gioco non ci diverte più.
A quel punto, sia il trainer (se siete in palestra) sia il “fitnessista” free-lance (che si segue da solo anche a casa) devono saper leggere la partita, che prevederà un immediato cambio di strategia.
Pensiamo per esempio all’allenamento dei polpacci, saltati a piè pari quando non ne possiamo più per correre sotto la doccia.
Soluzione?
Ribaltare il piano di “guerra” e sostituire il warm-up iniziale con 5 minuti di sollevamenti sull’avampiede. Spiazzare, è questa la soluzione.
Perché arriva la noia?
La noia sopraggiunge perché la passione per esercizi sempre uguali scatta solo per i fissati, mentre per i due terzi degli appassionati del semplice “tono muscolare” la fuga dall’allenamento, specie se si è a casa e quindi non controllati, è dietro l’angolo.
Creare un mix di movimenti
Anche creare un mix di movimenti pesi-danza può essere una soluzione: se stiamo facendo un allenamento coi pesi che preveda una fase aerobica finale, si potrà sostituire occasionalmente l’accoppiata con questo binomio, originale ma utile alla causa.
La noia è collegata coi sistemi d’allenamento più tradizionali, che prevedono serie e ripetizioni tutte uguali, meno divertenti di una partita a padel. Perciò, richiedono tenacia.
La “trance-agonistica”
Ma se in questi schemi il trainer (reale o virtuale che sia) ci mette del suo, per esempio togliendo di mezzo gli esercizi più odiati, si rischierà addirittura il contrario e cioè la “trance-agonistica”…
Questa scatta quando ci si avvia verso una sequenza completamente nuova di esercizi.
Over-training
Occhio all’over-training in questo caso, ma se davvero non riusciremo a fermarci più vorrà dire che avremo superato il blocco e alzato l’asticella!
Roberto Romano, Brand Manager Walkstreet for fitness www.walkstreet.it
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